Quand’ero piccolo passavo ore ad osservare le formiche che abitavano l’orto dei miei nonni. Accadeva talvolta che due formicai vicini tra loro entrassero in guerra. Allora, in breve tempo, tutto il terreno tra i territori dei due contendenti diventava nero di insetti che si azzannavano e mutilavano uno con l’altro. Poi uno dei due eserciti prevaleva, e le truppe vittoriose entravano nelle gallerie del nemico.
Cosa avveniva dopo non lo so con certezza, ma posso immaginarlo: perché il formicaio conquistato cessava di esistere, con tutte le sue larve, le sue operaie, la sua regina.
Il massacro vero avveniva sottoterra. Le zolle ricoperte dei cadaveri dei vinti non erano che la superficie: la parte visibile di uno sterminio molto più profondo.
Gli esseri umani non sono formiche. Non so se un imenottero possa provare rimorso dall’avere fatto a pezzi un avversario: ne dubito molto. Gli uomini, invece, hanno qualcosa che li…
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Grazie di cuore e un caro saluto. Marisa
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