@ErmesRonchi possiamo seminare abbracciando ogni imperfezione, come la mia. Siamo tutti non finiti, eppure continua l’azione del grande seminatore per farci diventare piu’ veri e autentici. Si deve amare l’imperfezione del mondo, il campo imperfetto
Iris Valorosi non è una fotografa professionista. È una innamorata della realtà .
Per lei le immagini sono un modo per contemplare. Lei che viene dalla terra di San Francesco sente l’insegnamento di Francesco.
Tutto è partito da un arcobaleno.
“Amo Francesco perché è una persona libera. Nel libro, che non avrei voluto mai realizzare, c’è tutta la mia anima. L’ho realizzato perché Francesco me l’ha chiesto, proprio attraverso quella foto
Sono un’insegnante e amo. ragazzi, soprattutto gli adolescenti. Il ricavato del libro andrà a un progetto sugli adolescenti”
Luca ha musicato quegli scatti “quelle immagini m8 hanno stupito, ho cercato anche in musica di restituire quello stupore. Dovremo saper riattivare quello stupore, che i bambini ben conoscono”
Iris Valorosi
Luca Mauceri
“Dolce è sentire
come nel mio cuore
ora umilmente
sta nascendo amore”
Un fine settimana intenso, creativo, profondo, emozionante. Il convegno “Innamorarsi della realtà” ci ha messo a contatto diretto, vicino, con testimoni davvero speciali di questo presente e con artisti che hanno saputo toccarci il cuore.
Dentro questo filo di parole si sono poi inseriti tanti momenti artistici, con Luca Mauceri, che sabato ha accompagnato le immagini di Iris Valorosi, in un concerto per parole e immagini e che domenica ha salutato san Francesco con uno spettacolo in esterno intitolato “Dolce sentire”, con Susanna Parigi e Matteo Giudici (bellissimo lo spettacolo “Dal suono all’inviisbile” proposto sabato sera), e Remo Anzovino, artista del pianoforte che ha salutato l’arrivo del giorno la mattina di domenica.
Di tutto questo vi proponiamo immagini, audio, video.
Per condividere questo cammino, per continuare a Innamorarsi della realtà.
Al pianoforte Luca Mauceri
In tanti, tantissimi sono arrivati questa mattina per il concerto all’alba de Remo Anzovino
“Mi spiace se ho peccato
mi spiace se ho sbagliato
se non ci sono stato
se non sono tornato Ma ancora proteggi la grazia del mio cuore
adesso e per quando tornerà nel tempo
il tempo per partire, il tempo di restare
il tempo di lasciare, il tempo di abbracciare”
È Ovunque proteggi di Vinicio Capossela, animata da Paola Serra, la canzone che accompagnerà il convegno Innamorarsi della realtà
#innamorarsidellarealta incontra Domenico Iannacone
Sono contento di essere qui perché si respira una bella energia. È l’energia che guida il lavoro.
Ho lavorato per Ballarò e Presa Diretta. A un certo punto ho deciso di lasciare Presa Diretta. Volevo fare le “inchieste morali” e “rallentare”
Mentre parlo con qualcuno ho bisogno di ascoltare, sedimentare. E se la televisione non riesce a raccontare quei tempi, se taglio il silenzio, io racconto il falso.
Le inchieste morali prendono corpo perché l’allora direttore Di Bella ha deciso di provare.
Proposi di fare un giro e di mettere tutti i comandamenti, in senso laico. Cominciai dalla Terra dei fuochi, mettendo il comandamento: Non commettere atti impuri.
Da giovane ho avuto la possibilità di conoscere i più grandi poeti del 900. Nella televisione che faccio ho cercato di recuperare quel linguaggio, che va all’essenziale”
Il racconto di Domenico è anche un’esperienza di incontri umani, di relazioni che durano. Come con Pierpaolo (con sindrome di Down), che vive con la mamma ammalata di demenza senile e di alzheimer e che ormai non lo riconosce più.
“Se si guarda bene, si scoprono delle cose. E se entri in un mondo, senza preconcetti, si scoprono realtà che mai avrei immaginato.
Mi ritengo libero perché non sono sottoposto a nessuna agenda politica.
Io sono un testimone che va incontro alle storie e non le manipola. Sono un’ostetrica che fa uscire delle cose, ma non sono io a deciderle.
Non utilizzo più telecamere nascosto, se ne fa un’abuso.
Utilizzo un linguaggio cinematografico, usando anche la musica.
La prossima serie che farò è dedicato ai diritti costituzionali. Perché credo che la televisione debba guardare ai diritti delle persone. Credo che dei talk non possono bastare. Ho dei maestre, penso al rigore di Zavoli che non c’è più in televisione.
Dobbiamo riportare le emozioni in quello che facciamo”
Domenico cita spesso una poesia di Mario Luzi, Vola alta parola.
Vola alta, parola, cresci in profondità,
tocca nadir e zinith della tua significazione,
giacché talvolta lo puoi
sogno che la cosa esclami
nel buio della mente
però non separarti
da me, non arrivare,
ti prego, a quel celestiale appuntamento
da sola, senza il caldo di me
o almeno il mio ricordo sii
luce, non disabitata trasparenza…
La cosa e la sua anima?
O la mia e la sua sofferenza?
Vola alta, parola.
“Il senso, spiega Domenico, è che dobbiamo restare fedeli alle parole.
L’idea è che si può raccontare tutto, e in alcuni casi non serve aggiungere parole (come nel racconto dei reperti di Pasolini)”
Domenico, in che modo riesci a stabilire quel legame con le persone, che finiscono per fidarsi di te?
“Credo ci sia un metodo, quello che in sociologia si chiama realtà partecipante. Vuol dire che io vado e mi immergo in quella realtà.
La mia modalità è quella di immersione e in quella immersione le persone si affidano (a-fidarsi)”
Dopo sei anni di inchieste morali, Domenico Iannacone come è cambiato?
“Ne esco massacrato. Perché sento molto le storie e non posso metterle dietro le spalle”
Grazie Domenico Iannacone per la delicatezza e la verità con cui racconti le tue storie.