Cosa possiamo tutti imparare da S. Francesco? La prima cosa che potremmo imparare è ‘togliere la malinconia’, il peggiore di tutti i mali, che vuol dire ‘pretendo e non so più dire grazie’; la seconda cosa che potremmo imparare è ‘tornare concreti’: san Francesco vive ciò che crede, crede ciò che spera e spera ciò che ama, vuole sentire la stessa passione, lo stesso amore di Gesù sulla croce; la terza cosa che potremmo imparare è la ‘fedeltà al poco’. Ma l’invito più profondo di Francesco è di ritrovare ‘la gioia’, la perfetta letizia, quella gioia che rimane anche se ti bastonano, spontanea come un fiore che sboccia
I commenti di p. Ermes al Vangelo del 4 ottobre sono due: per i social e per Avvenire.
In quel tempo, Gesù disse: (…) C’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna (…) La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio (…) lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero (…)Matteo 21, 33-43
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