DOMENICA 20 FEBBRAIO 2022: COMMENTO AL VANGELO DI LUIGI VERDI

#buongiornoromena
Signore Gesù,
Entra e rovina il nostro
guardaroba di scuse,
le nostre maschere fisse
di rettitudine,
i falsi gesti di eccessiva
familiarità, senza intimità,
Entra
e forza i miei mutismi,
il mio essere trascinato
quando mi rimetto in fila
per abitudine
più che per fiducia.
Entra
con i tuoi occhi
spalancati di bambino
che amano le lampade
che dondolano
nel cuore degli uomini.
Luigi Verdi

http://www.Romena.it

Domenica 20 febbraio 2022
VII Domenica del Tempo Ordinario
Lc 6, 27-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.
Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso .
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”.


Gianni Marmorini

VII^ Domenica del TO 20 Febbraio 2022

E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Basterebbe ripetere questa frase al mattino appena alzati come un mantra, come i grani del rosario per cambiare il nostro cuore di pietra in un cuore di carne.

È chiamata la regola d’oro. In tutte le religioni e culture millenarie è presente. E strada per credenti e non credenti. Sembra così semplice ed immediata e forse proprio per la sua estrema semplicità che noi facciamo difficoltà a metterla in pratica. Ci crediamo ma poi ci lasciamo travolgere dai mille istinti e pensieri aggrovigliati, da assurdi pregiudizi e dalla poca fiducia cosicché ci riduciamo a non seguirla.

DOMENICA 20 FEBBRAIO

riflessione di Francesco Fiorillo.

E non chiedere nulla.

David Maria Turoldo, al secolo Giuseppe Turoldo, è stato un presbitero, teologo, filosofo, scrittore, poeta e antifascista italiano, membro dell’ordine dei Servi di Maria. Wikipedia

“Tempo è di tornare poveri

per ritrovare il sapore del pane,

per reggere alla luce del sole

per varcare sereni la notte

e cantare la sete della cerva.

E la gente, l’umile gente

abbia ancora chi l’ascolta,

e trovino udienza le preghiere.

E non chiedere nulla.”

David Maria Turoldo

Incontro con Angela Volpini sul “Il Senso della Vita”

EREMO DI PAROLA E SILENZIO A TERZELLI

terradelsanto.it

Incontro con Angela Volpini

IL SENSO DELLA VITA

E’ l’opportunità che ogni uomo ha venendo al mondo ma che ben pochi raccolgono e sviluppano.

Tutte le culture hanno trasferito fuori dell’uomo il senso dell’uomo. Tutti hanno ritenuto necessario un creatore, un principio vitale, un essere, un’energia come origine della vita e quindi padrone della vita stessa. Solo questa entità poteva dare il senso della vita dell’uomo. L’uomo non poteva accettare, come senso della propria vita ciò che cultura o la religione del suo contesto storico gli offrivano.

Io credo che la sofferenza, la tristezza e forse la morte stessa è entrata nell’uomo proprio a motivo di questo fatto: sapere che vivi individualmente, soffri, speri, hai dei desideri, delle immaginazioni, delle intuizioni dentro di te, elaborate dalla tua psiche, ma tutto ciò non ha valore, non ha il potere di costituire il tuo io, la tua persona. Tutto ciò che l’uomo avverte come proprio e su cui intuisce di avere legittimo potere, cultura e storia glielo sottraggono.

All’uomo non resta che il non senso della sua esistenza individuale da vivere come sofferenza e frustrazione. Anche la capacità creativa, gli affetti, i piaceri non sono sufficienti a dare un senso compiuto alla vita, perché questa, è come se appartenesse ad un altro anche se le sofferenze le registriamo individualmente.

A pochi uomini viene in mente che l’atto veramente creativo che un uomo può compiere è quello di dare lui stesso il senso alla sua vita.

Questa possibilità è la nostra unica possibilità. Davvero nessuno può dare o togliere il senso alla nostra vita se noi glielo diamo in tutta libertà. Se non glielo diamo, soggettivamente, non ci resta che raccogliere quello esterno a noi, quello che il nostro contesto culturale ha elaborato. Questa accettazione espropria l’uomo dall’unico atto sovrano e fondante la sua stessa umanità come persona unica, consapevole, e irripetibile.

L’uomo che non riesce a dare un senso personale alla sua vita è un uomo debole, sofferente e triste. Si sente scorrere la vita addosso senza poterla gustare, senza potere dire mai: io sono e vivo come io penso debba essere la mia vita.

Solo nel desiderio resta intatta l’intuizione che si ha tutto il diritto e la libertà di dare alla vita il proprio senso.

Ma il desiderio, per al cultura e la fede della maggioranza degli uomini non è che sogno o fantasia, ed anche in noi, sovente non fa che aumentare la frustrazione… La vita umana, come la vita in sé, non ha che la finalità di riprodursi. Solo nell’uomo la vita aspetta di essere finalizzata. Ed è proprio l’uomo e solo l’uomo che può finalizzare la sua vita alla pienezza che vuol dire: coscienza di essere uno, unico, originario-originale e comunicante e con ciò dare senso alla vita stessa, anche a quella non ancora arrivata alla coscienza.

Questo processo è un atto creativo: l’atto creativo per eccellenza che rende l’uomo referente di tutto ciò che è, ed è in questo atto che l’uomo diventa persona. Il termine persona qui prende tutta la sua valenza di unicità e apertura alla relazione con tutto ciò che è.

A questo punto il senso della vita è pieno, godibile ed esaltante.

L’uomo finalmente scopre che avendo dato senso a se stesso lo ha dato a tutto il mondo perché finalmente può porsi e sentirsi referente di tutto quello che c’è e offrirsi altrettanto.

Si comprende allora che ogni uomo diventato persona, attraverso il suo atto creativo, è la fonte della gioia e della conoscenza di ogni altro.

Le difese cadono ed incomincia la meraviglia della contemplazione. Finalmente riusciamo a vedere quanto sia bello il mondo e quale sorte straordinaria sia capitata a noi “nell’esserci” in questo mondo.

Angela Volpini

mailchi.mp/facebook

Di come avvicinarsi troppo alle cose, non sempre ce le mostra, bensì ce le cela.

www.lauraimaimessina.com

C’è una zona di cecità nella luce più intensa.
Esiste in giapponese un’espressione 灯台下暗し che somma il faro/il candeliere 灯台 + 下 sotto + 暗し oscurità.

Ed ecco l’idea.
Di come avvicinarsi troppo alle cose, non sempre ce le mostra, bensì ce le cela.

“🌈Diciamo NO alla guerra…🌈”

“Diciamo NO alla guerra.
Un NO risoluto, senza cedimenti,
senza interpretazioni riduttive.
Il NO che si pronuncia
davanti alle follie più criminali
e sotto l’incalzare delle tragedie
più torbide della storia.
Se, non volendo sprecare,
il vostro NO
lo tratterrete in gola
per un occasione più tenebrosa
di questa,
state certi che non esploderà più:
perché non c’è peccato
più sacrilego della guerra.
La guerra è un’avventura
senza ritorno,
il declino dell’umanità.
Non può essere un mezzo adeguato
per risolvere i problemi esistenti
tra le nazioni.
Non lo è mai stato
e non lo sarà mai.
Coraggio amici.
Non lasciatevi cadere le braccia.
Lo scatenarsi della sufficienza
dei dotti non può smontare
le faticose costruzioni di pace
che in questi anni avete
faticosamente realizzato.”

don Tonino Bello

«RICOMINCIARE DALLA BELLEZZA»: INCONTRO CON MONS. DERIO OLIVERO domenica 27 febbraio, auditorium di Romena, ore 15.00

MONS. DERIO OLIVERO

La promessa di venire a Romena era stata fatta durante l’intervista a distanza nel 2020. Domenica 27 febbraio si realizzerà nell’incontro presso il nostro auditorium alle ore 15. Introdotto da Massimo Orlandimons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, una delle voci più aperte e profetiche della chiesa, nuovo presidente della commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, ci solleciterà sul nodo della bellezza.

«La bellezza è qualcosa che attrae gli occhi e rimanda oltre – afferma – ci fa ritornare a vivere con passione. La nostra società ha soddisfatto tutti i bisogni e, al tempo stesso, ha spento i desideri, ma la sazietà è lo spegnimento della vita, non il suo riempimento. Compito della Chiesa, allora, è tornare a suscitare desideri alti, aprire orizzonti, dare respiro…Personalmente, penso che un buon modo per fare ciò sia puntare sulla bellezza: oggi la verità dice poco, il senso del dovere non funziona più, ma se una cosa è bella, se mostra una sua forza attrattiva, allora viene ascoltata».

‼️ Ingresso libero fino ad esaurimento posti, previa esibizione di super green pass, secondo normativa Covid vigente.

Seguirà la Messa alle ore 16,30 circa.

Romena

💫Grazie Sofi🌹Grazie Ragazze🌹…🥈🥉

twitter.com/italiateam_it/status/1493446174904569856

⛩Beatitudini per il nostro ⛩⏳Tempo⏳

TEMPO DI ATTESA….♥️

Tempo…

C’è anche un tempo per tacere, un tempo per il silenzio dentro, perché la nostra è una “stagione” di parole e di rumore. Non so se qualche volta anche voi siate presi da questo desiderio, che a volte riconosco in me, forse desiderio un po’ folle, di uscire nella notte e ascoltare il silenzio delle stelle.
Veniamo dal rumore delle parole. Assordante, impenitente.


Le parole per impazzimento hanno smarrito il loro suono…
Vorrei uscire nella notte e ascoltare il silenzio delle stelle. Per un bisogno di sincerità, innanzitutto con me stesso.

Don Angelo Casati

DOMENICA 13 FEBBRAIO 2022: COMMENTO AL VANGELO DI LUIGI VERDI

Domenica 13 febbraio:
Lc 6,17.20-26
– Beati i poveri.
Guai a voi, ricchi.
🌹⛩🌹Beatitudini🌹⛩🌹
Messa di Romena

https://youtu.be/EBnBHRam6Zc

Fratelli e Sorelle
Sentiamo il bisogno di soffiare sul vento della prossimità, per non dimenticare di sentirci “fratelli tutti” accogliendo l’invito di Papa Francesco.
Il tema della “fratellanza” viene articolato nell’arco dei dodici mesi attraverso i commenti di Luigi Verdi.
Come sempre le pagine quotidiane sono accompagnate da un aforisma che invita alla riflessione, mentre, per tutte le domeniche dell’anno, viene riportato il Vangelo e una breve omelia commentatadalle figure spirituali più care a Romena.
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Commento al Vangelo
“Le beatitudini sono la bella notizia che Dio regala vita a chi produce amore, che se uno si fa carico della felicità di qualcuno il Padre si fa carico della sua felicità”.
Ermes Ronchi

Beatitudini…

Vangelo

Lc 6,17.20-26
  Beati i poveri. Guai a voi, ricchi.

                           Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Monastero San Magno

Sal 1

Beato l’uomo che confida nel Signore.
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

Francesco Fiorillo

Dio regala Gioia a chi costruisce la 🌈🌟pace🌈

Ermes Ronchi giovedì 10 febbraio 2022 

VI Domenica
Tepo ordinario – Anno C

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla (…) da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo (…)».
Se non siamo come sonnambuli, questo Vangelo ci dà la scossa. «Sono venuto a portare il lieto annuncio ai poveri», aveva detto nella sinagoga, eco della voce di Isaia. Ed eccolo qui, il miracolo: beati voi poveri, Il luogo della felicità è Dio, ma il luogo di Dio è la croce, le infinite croci degli uomini. E aggiunge un’antitesi abbagliante: non sono i poveri il problema del mondo, ma i ricchi: guai a voi ricchi. Sillabe sospese tra sogno e miracolo, che erano state osate, prima ancora che da Gesù, da Maria nel canto del Magnificat: ha saziato gli affamati di vita, ha rimandato i ricchi a mani vuote (Lc 1,53).
Se Gesù avesse detto che la povertà è ingiusta, e quindi semplicemente da rimuovere, il suo sarebbe stato l’insegnamento di un uomo saggio attento alle dinamiche sociali (R. Virgili). Ma quell’oracolo profetico, anzi più-che-profetico, quel “beati” che contiene pienezza, felicità, completezza, grazia, incollato a persone affamate e in lacrime, a poveracci, disgraziati, ai bastonati dalla vita, si oppone alla logica, ribalta il mondo, ci obbliga a guardare la storia con gli occhi dei poveri, non dei ricchi, altrimenti non cambierà mai niente. 
E ci saremmo aspettati: beati voi perché ci sarà un capovolgimento, un’alternanza, diventerete ricchi. No. Il progetto di Dio è più profondo. Il mondo non sarà reso migliore da coloro che hanno accumulato più denaro. «Il vero problema del mondo non è la povertà, è la ricchezza! La povertà vuol dire libertà del cuore dai possessi; libertà come pace con le cose, pace con la terra, fonte di
ogni altra pace. Il ricco invece è un uomo sempre in guerra con gli elementi, un violento, un usurpatore, il primo soggetto di disordine del mondo. Non sono i poveri i colpevoli del disordine, non è la povertà il male da combattere; il male da combattere è la ricchezza. È l’economia del mondo ad esigerlo: senza povertà non c’è salvezza rispetto al consumo delle fonti energetiche, non c’è possibilità di pane per tutti, non rapporto armonioso con la vita, non fraternità, non possibilità di pace. Appunto, non c’è beatitudine e felicità per nessuno. Perché non v’è pace con la terra, con le cose, con la natura. Non c’è rispetto per le creature» (David Maria Turoldo). 
Beati voi… Il Vangelo più alternativo che si possa pensare. Manifesto stravolgente e contromano; e, al tempo stesso, vangelo amico. Perché le beatitudini non sono un decreto, un comando da osservare, ma il cuore dell’annuncio di Gesù: sono la bella notizia che Dio regala vita a chi produce amore, Dio regala gioia a chi costruisce pace.
In esse è l’inizio della guarigione del cuore, perché il cuore guarito sia l’inizio della guarigione del mondo.
(Letture: Geremia 17,5-8; Salmo 1; 1 Corinzi 15, 12.16-20; Luca 6, 17.20-26)

www.avvenire.it/rubriche/pagine/dio-regalagioia-a-chi-costruiscela-pace

✨🙏🏻✨Costruiamo Gentilezza✨🙏🏻✨

costruiamogentilezza.org

💗🌹✨💌✨🌹✨💌✨🌹💗

Nasce l’alfabeto della gentilezza

– © Beatrice Mihaela / Shutterstock

L’idea della fiorentina Gaia Simonetti, ambasciatrice del progetto Costruiamo Gentilezza, promossa dall’associazione Cor et Amor. Il progetto si rivolge alle classi di elementari e medie

Cosa significa per te costruire gentilezza con il cuore e con amore?

Due elementi chiave, che sono una base solida, nella vita. Sono strettamente connessi. Cuore e amore sono gli “occhi” per vedere il mondo

 come promuoverai Costruiamo Gentilezza sul tuo territorio?

Attraverso la mia penna: scrivendo e condividendo il messaggio che la gentilezza porta con i suoi gesti, le buone pratiche, la bellezza.

Una regola di gentilezza che è importante conoscere?

Ci sono parole che oltrepassano il tempo ed oggi, in questo tempo, valgono di più. Una di queste è ‘grazie’. Va a braccetto con la gentilezza. Mia nonna ci radunava ai “piedi” del castagno, in campagna, e ci diceva: “Un sorriso e un grazie. Iniziate e finite la giornata in questo modo”. Parole che “distribuiva” con una carezza e che mi hanno accompagnato mano nella mano nel percorso della vita.

Cosa significa essere associata a Cor et Amor?

Significa percorrere un cammino assieme e costruire su colonne di granito come i valori, ancora più forti in un tempo in salita come quello che stiamo vivendo.

 Come è comparsa la gentilezza nella tua vita?

E’ comparsa sin dai primi anni, trovando il suo alleato più fedele nella famiglia. La alimento, spesso la proteggo. Le sono grata. Sono grata alla mia famiglia che l’ha sempre coltivata come una pianta da far crescere.

Chi rappresenta per te un buon esempio di gentilezza?

Tutti coloro che partono dal cuore e diventano sostegno, speranza, coraggio.

Lo sono, ad esempio, delle mamme di Amatrice, Firenze e Mantova, che ho incontrato nella mia vita. Abbiamo condiviso un dolore senza fine come la perdita di un figlio. Abbiamo scritto lettere ai nostri figli, raccontando loro la bellezza dell’amore e della gentilezza e di quante “distanze” sono state annullate.

costruiamogentilezza.org/costruttori/socio/simonetti-gaia-2/

COSTRUIAMO GENTILEZZA PER ACCRESCERE IL BENESSERE DELLA COMUNITA’: PROPONI, PARTECIPA, PROMUOVI

Diventa AMBASCIATORE DI COSTRUIAMO GENTILEZZA Associati a Cor et Amor

🧡👉🏻 Come associato Cor et Amor, partecipi all’attuazione del Progetto Nazionale Costruiamo Gentilezza:

– PROPONI (idee, iniziative, buone pratiche per concretizzare Costruiamo Gentilezza)

– PARTECIPA (alle attività Associative per attuare Costruiamo Gentilezza)

– PROMUOVI (Costruiamo Gentilezza sul PROP territorio e sul web)

👩🏻‍🦳👩🏻‍🦱👩🏻‍🦰👴🏻🧓🏻👨🏻‍🦱👨 associarsi è semplice:

1/ Compila il modulo di iscrizione all’Associazione Cor et Amor (scaricalo dal sito, o richiedilo) rinvialo alla mail associazione@costruiamogentilezza.org o come immagine al numero WhatsApp +39 328 2955915

2/ Versa la quota annuale socio per il 2022 di 20 euro IBAN IT35K0359901899050188523382

intestato ad Associazione Cor et Amor, depositato presso Banca ETICA

3/ Il nominativo del socio sarà riportato nell’elenco soci pubblico

🧡👉🏻 Per info o per Associarti a Cor et Amor:

web https://costruiamogentilezza.org/chi-siamo/

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“AVETE PRESENTE LE FAVOLE? QUESTA É REALTÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀ” 😍 …ORO nel curling dell’Italia 🥇🥌🇮🇹

Incredibile impresa di Amos Mosaner e Stefania Constantini che regalano all’Italia un oro storico nel curling! 🥇🥌🇮🇹

MARTEDÌ 8 FEBBRAIO 2022 ORE 21 VIDEOCONFERENZA SUL VANGELO NEL QUOTIDIANO dal titolo “L’AMORE SI SPORCA LE MANI” (Mc 7,1-13) e …

Purtroppo per un imprevisto stasera non sarà possibile trasmettere la videoconferenza. E’ possibile comunque scaricare la riflessione dal sito

https://www.terradelsanto.it/it/videoconferenza/mc-71-13-lamore-si-sporca-le-mani

Vivere le leggi divine non è seguire la “purezza” delle tradizioni umane. A cura della Parrocchia dell’Invisibile. Il brano e video musicale è “Oltre l’uomo” di Juri Camisasca. A cura di Sauro Secci

>>> MARTEDÌ 8 FEBBRAIO “L’AMORE SI SPORCA LE MANI” (Mc 7,1-13) …

Soprattutto ascoltava, perché l’ascolto è sempre la forma d’amore piú grande

“Splash!” è di Koji Takashima (1951)

Abbiate cura di impazzire per un abbraccio

Il testo che hanno letto Marco Mengoni e Lorenzo Scotti è tratto da “Mettiti in vacanza” Franco Arminio ed è un brano che invita le persone a guardare avanti:

“A un certo punto devi capire che il dolore che hai subito non lo devi subire all’infinito. Mettiti in vacanza, la povera vita adulta non può pagare a oltranza i debiti dell’infanzia”.

Franco Arminio nel suo ultimo libro “Studi sull’amore”

Arminio, come si legge nella nota Einaudi “fotografa il corpo spaventato dalla morte e infiammato dall’amore. Non soltanto l’amore carnale, ma quello che ci conferma di esistere: l’amore per un figlio e quello per un angolo di paese, l’amore per una strada e quello per la madre, l’amore per un amico e per chi ci è ancora sconosciuto, al punto da scavare in noi il languore del desiderio”.

Ecco il testo integrale

A un certo punto
devi capire
che il dolore che hai subito
non lo devi subire
all’infinito.
Mettiti in vacanza,
la povera vita adulta
non può pagare a oltranza
i debiti dell’infanzia.
Dichiara finite le tue colpe,
scontata la pena.
D’ora in poi ogni giornata
sarà come prima
ma dentro di te
più netta e vera, più limpida
e sincera.
Tu devi solo la più grande dolcezza possibile
a chi verrà e a chi andrà via.

È festa nel tuo cuore,
festeggia in qualche modo
il cuore degli altri. www.fanpage.it/cultura/la-poesia-di-franco-arminio

Franco Arminio

Il verso di Franco Arminio sulla controcopertina di “Studi sull’amore” (Einaudi)

“Chi non ha paura della morte / non ha nessun motivo di amare”. Oppure: “La verità sulla morte / è che dobbiamo parlarne, / solo la morte può accendere l’amore”. La mia poesia preferita si trova a pagina 91: “Mi piacciono i giovani che fanno il formaggio, / il vino, mi piace / chi raccoglie le erbe e le cucina. / … / Mi piace chi cura i malati a casa, / chi piange ai funerali / … / Chi non si arrende a questa universale evanescenza / delle anime e dei corpi”.

www.ilfoglio.it/preghiera/2022/02/04/news/franco-arminio

Un abbraccio da GiuMa & Thomas